10.03.2015

NON SOLO MAGNUM. GRANDI BOTTIGLIE PER GRANDI VINI

NON SOLO MAGNUM. GRANDI BOTTIGLIE PER GRANDI VININel corso della scorsa settimana è giunta una bella notizia: il nostro Punta Aquila 2012 ha vinto la medaglia d’argento al concorso internazionale Mundus Vini. Un attestato che coincide con la presentazione di un nuovo formato speciale dello stesso vino, disponibile ora anche in versione magnum, e che presenteremo nel corso dei prossimi Prowein e Vinitaly.

La bottiglia da un litro e mezzo è la più diffusa fra i formati particolari, il suo nome riporta subito ad una concezione di grandeur che è enfatizzata ancora maggiormente man mano che si sale lungo la invitante scala dei formati speciali. Il termine grandeur non è casuale, poiché la diffusione di bottiglie giganti è storicamente legata allo champagne. Grandi contenitori per grandi occasioni, spesso ricche di sfarzo. Ecco allora che le grandi bottiglie hanno nomi che richiamano maestosi sovrani e personaggi dell’antichità: Salomone, Matusalemme fino al quasi impronunciabile Nabuchodonosor.

Di seguito un veloce riepilogo di nomi e formati:

Magnum 1,5 litri (pari a 2 bottiglie da 75cl)
Jéroboam 3 litri (4 bottiglie)
Réhoboram 4,5 litri (6 bottiglie)
Mathusalem 6 litri (8 bottiglie)
Salmanazar 9 litri (12 bottiglie)
Balthazar 12 litri (16 bottiglie)
Nabuchodonosor 15 litri (20 bottiglie)
Salomon 18 litri (24 bottiglie)
Primat 27 litri (36 bottiglie)
Melchizedec 30 litri (40 bottiglie)

Tuttavia la dimensione delle bottiglie non è determinante solo sull’estetica dell’acquisto, ma influisce pesantemente sui processi di affinamento del vino. Bisogna infatti ricordare che, così come una mela separata dall’albero continua a maturare, il vino è un prodotto vivo, in continua evoluzione. Per cui necessita di essere tutelato dall’azione dell’ossigeno. A questo proposito il tappo di sughero svolge una funzione fondamentale: garantisce il corretto interscambio fra contenuto della bottiglia e atmosfera esterna facendo passare solo poche particelle di ossigeno, perché anche evitare completamente il contatto con l’ossigeno non è una buona mossa.

Va da sé quindi che le bottiglie più capienti siano le più adatte all’invecchiamento, perché la quantità di ossigeno che riesce ad introdursi è minore se rapportata alla quantità di vino presente. Ciò consente una maturazione più lenta ed uno sviluppo migliore delle caratteristiche organolettiche del prodotto. Nell’enologia velocità non fa quasi mai rima con qualità, per cui se prevedete di conservare a lungo una bottiglia, è preferibile rivolgere l’attenzione a formati più grandi, che oltre al palato sapranno deliziare gli occhi.

Angelo