07.04.2022

Vinitaly 2022

Rubino crede nella ripresa e guarda all’export in grande stile. Presenta nuovi vini e punta sull’arte per comunicare.

In occasione della 54° edizione del Salone Internazionale dedicato al vino italiano, l’azienda di Luigi Rubino accende i riflettori su alcune iniziative per raccontare l’animo enologico e identitario di un territorio d’elezione. In primo piano quattro nuove etichette e il Rubino Art Project, un progetto dedicato all’arte in tutte le sue molteplici espressioni.

Fiducia e resilienza, per un Vinitaly di rinascita. I due anni di stop dovuti all’emergenza sanitaria, rendono questo appuntamento – giunto alla 54° edizione – un avvenimento speciale per il vino di qualità della Puglia.

“Verona è una vetrina importante del vino italiano e dobbiamo saperne trarre il massimo, nel confronto con gli operatori, con l’estero, nella comunicazione. Il suo ritorno in grande stile è un segnale di ottimismo per il futuro”. Così Romina Leopardi di Tenute Rubino sottolinea l’importanza del lavoro preparatorio al Salone e non ha dubbi: “il Vinitaly è come il Natale, arriva e non si può mancare. Richiede programmazione e organizzazione per essere fruttuoso e coerente con gli obiettivi di sviluppo che ci siamo dati. Sono le aziende che devono interpretarne il messaggio e la forza attrattiva che il vino italiano di qualità riesce a sviluppare sui mercati più competitivi, oggi, nel mondo attuale, in questo scenario di grandi opportunità ma anche di rischi. Noi puntiamo sull’identità, sulle produzioni di nicchia ma anche su uno stile produttivo ben riconoscibile dal consumatore”. 

Tenute Rubino sarà presente al Padiglione 11 (Puglia), corridoio G3, con la peculiarità del Progetto Susumaniello, lanciato venti anni fa dalla famiglia Rubino e che, nel corso degli anni, si è sviluppato sempre di più, oggi con ben sei vini dedicati. “È il nostro fiore all’occhiello e anche il frutto di un lavoro ostinato di recupero e valorizzazione di questo vitigno specifico dell’areale di Brindisi – dice Luigi Rubino, confermando il valore di una scelta allora davvero in solitaria -. “Oggi il Susumaniello è una realtà enologica di successo per la Puglia del vino di qualità. È il frutto di un lavoro continuato nel tempo, tanta ricerca e molta sperimentazione. L’ecletticità produttiva di questo vitigno è il suo segno distintivo. Dai grandi rossi di struttura sino alle bollicine, per non parlare di rosati e rossi più freschi. Quando abbiamo iniziato, in tutta la Puglia, erano rimaste poche decine di ettari sparsi, qua e là, e non del tutto mappati. Oggi, per fortuna lo scenario è ben diverso”.

Il vino più atteso è indubbiamente il Palombara, prodotto all’interno dell’omonima Tenuta nel cuore dell’arco ionico tarantino, una delle aree più vocate alla viticoltura di tutto il territorio regionale e dedicata all’allevamento del Primitivo DOC di Manduria: da qui un grande rosso di Puglia che, nella sua prima annata – la 2019 – è stato prodotto in 36.000 bottiglie. Un vino innovativo, profondamente identitario nell’esaltare le specificità varietali ma anche moderno nella finezza del suo setoso tannino. Una vera rivoluzione nel Primitivo di Manduria per freschezza gusto olfattiva, sapidità e pienezza di corpo. Un vino chiaramente e dichiaratamente figlio del suo tempo: agile, con personalità, piacevole ed eclettico. Tenute Rubino, questo vino d’autore, lo vuole raccontare con il linguaggio dell’arte. Un’etichetta di rango dell’enologia pugliese che, attraverso la veste grafica stilizzata e colorata – realizzata dall’artista brindisino Dino Sambiasi – esprime un rinnovato dialogo tra vino di qualità e arte contemporanea.

Oltremè Rosato è invece il nuovo nato del Progetto Susumaniello, dedicato alla salvaguardia e riscoperta dei vitigni reliquia della tradizione pugliese. Il terzo rosato della famiglia Rubino prodotto nella Tenuta di Jaddico, a 8 chilometri a nord di Brindisi, con un’etichetta serigrafata direttamente sulla bottiglia, la cui semplicità di richiamo al rosso Oltremé diventa, con una mutazione cromatica, un segno grafico accattivante ed efficace. Ispirato ai colori del cielo e del mare, associati a momenti di spensieratezza e ad occasioni di consumo di pura convivialità.

Dalla nuova Tenuta Padula di Geremia, nell’areale tra Cisternino, Martina Franca e Ceglie Messapica, nascono il Lamiro, una Verdeca in purezza che esprime l’eleganza, la freschezza e tutta l’aromaticità di un grande bianco impiantato in terra pugliese e il Mimante Oro (3.000 bottiglie) che ha già ottenuto il prestigioso premio di 96/100 su Doctor Wine di Daniele Cernilli. Espressione della sorprendente evoluzione dell’annata 2015 di questo Minutolo in purezza, disponibile solo in edizione limitata.

“Siamo estremamente orgogliosi di presentare al Vinitaly queste grandi novità, frutto di un lavoro ultradecennale incentrato sul recupero delle varietà autoctone – spiega Luigi Rubino, alla guida dell’azienda di famiglia -. Il progetto Palombara, in particolare, rappresenta la migliore sintesi di un racconto aziendale vissuto attraverso il costante dialogo tra il vigneto e la cantina, tra la viticoltura e l’enologia di qualità”.

Sull’onda lunga di un vissuto aziendale dove il vino viene raccontato attraverso l’esperienza di una proposta artistica declinata in tutte le forme (musica, arti figurative e visive, danza e teatro) il 2022, darà vita ad una nuova iniziativa: il Rubino Art Project (R.A.P.). L’idea scaturisce dal coinvolgimento di artisti locali, già affermati in ambito internazionale che, guidati dalla propria sensibilità, si confronteranno in una mostra d’arte contemporanea realizzando delle opere, a partire da un argomento loro assegnato. Il tema della prima edizione sarà  “Radici”, inteso come senso di appartenenza ad un passato e ad una civiltà che trova nella terra la sua fonte ispiratrice.