Da alcune settimane ormai le vigne si sono colorate di verde. La fase vegetativa delle piante ha progressivamente lasciato spazio alla fioritura e attraversare i filari è uno spettacolo che rinfranca l’animo e mette di buonumore.

Con questo e altri propositi, un paio di settimane fa ci siamo recati in campagna, perché pur lavorando per un’azienda agricola, chi quotidianamente spende il suo tempo fra le quattro mura di un ufficio rischia di perdere il legame con la terra che deve invece rimanere ben saldo in ogni momento.

Le nostre signore stavano terminando il lavoro di potatura verde sulle piante e ci hanno spiegato l’importanza di questa operazione. Attraverso la potatura verde si modella la vite in modo da ottenere una distribuzione equilibrata dello sviluppo della pianta. Si eliminano le foglie e i tralci ritenuti in eccesso, ciò allo scopo di evitare zone d’ombra e uniformare l’esposizione alla luce dei grappoli, che hanno fatto la loro apparizione ormai da un po’, iniziando il percorso che li porterà a diventare uve d’eccellenza.

Uno degli obiettivi della potatura verde è quello di fornire adeguata areazione alla vite, cosa che consente di prevenire il proliferare di agenti patogeni quali oidio e peronospora. L’operazione viene eseguita manualmente e richiede quindi una grande praticità per non diventare un processo lunghissimo (nel video potete ammirare con quanta velocità e maestria la nostra Grazia esegue l’operazione su un giovane tralcio di Negroamaro).

Sarebbe bello riuscire a potare con la stessa semplicità i problemi che la routine porta con sé e la mattinata nei vigneti di Jaddico è stata un toccasana in tal senso, oltre ad essere un bel momento di apprendimento sul campo, sia per noi che per lo staff di Numero Primo. Perché si può essere bravissimi a vendere, spedire, fatturare e comunicare, ma è sempre e comunque la vigna a segnare le sorti di una cantina.