The Wine Advocate: Tenute Rubino racconta una Puglia dalla personalità unica e profondamente autentica
I rating di Monica Larner, prestigiosa firma della rivista fondata da Robert Parker, celebrano con entusiasmo i Cru dell’azienda di Luigi Rubino. Tipicità produttive e viticoltura moderna: questa sintesi è la chiave del successo.
Una terra scattante come il canto delle cicale estive, che avvolge i sensi con la sua terra rossa e l’odore del fieno essiccato, capace di emozionare con le ombre tremolanti dei rami d’ulivo e con quella luce speciale che, incandescente, si deposita sui villaggi imbiancati: è con questa fotografia poetica che Monica Larner, firma di punta di The Wine Advocate, comincia il suo racconto della Puglia e dei suoi migliori vini, ognuno espressione della personalità forte e genuina della nostra ricca regione.
Entusiasmo per un territorio che si respira in ogni riga del reportage redatto per la celebre rivista fondata da Robert Parker, opinion leader della critica enologica internazionale, e che si riflette nei punteggi assegnati a ben tre etichette di Tenute Rubino, il Torre Testa 2016, lo Jaddico 2015 e il Visellio 2016.
“Sono riconoscimenti come questi – dichiara Romina Leopardi, direttore marketing e comunicazione di Tenute Rubino – che ti fanno percepire il vero livello qualitativo che ha raggiunto il tuo lavoro. Io e tutto lo staff dell’azienda siamo molto felici dei punteggi assegnati ai nostri Cru da un’esperta del calibro di Monica Larner nel suo report”. Il patron dell’azienda Luigi Rubino aggiunge “è la conferma di come il percorso produttivo intrapreso da Tenute Rubino in questi anni sia diventato una strada di successo e abbiamo saputo svelare le tipicità produttive della Puglia e del Salento, con una viticoltura moderna e attenta alle esigenze espresse dai consumatori di tutto il mondo”.
I 93 punti con cui la giornalista americana valuta il Torre Testa 2016, capofila del Progetto Susumaniello, ne fanno il vino col punteggio più alto di tutto il territorio pugliese, riconoscimento condiviso con sole altre tre etichette: dopo l’inserimento nello speciale della rivista Panorama tra i 40 rossi più importanti d’Italia, questo nuovo risultato del Torre Testa ne amplifica l’importanza per l’intero sistema del vino di qualità della Puglia. Così lo descrive Monica Larner: “Questo è il vino di punta di Tenute Rubino. Il Susumaniello Torre Testa 2016 è meravigliosamente maturo e piieno, con spessi strati di prugna, mora secca e un tocco di torta al rum, il tutto fortificato con un contenuto alcolico del 15,5%. Invecchiato in barrique per 11 mesi, è un ottimo vino per una ricetta di risotti invernali, con zucca e taleggio. Torre Testa ha fatto la storia nel Sud Italia, come una delle prime espressioni internazionalmente riconosciute dell’uva Susumaniello, e in questo vino ottiene un fascino corposo con molte fibre mature e fruttate da avvolgere il palato.”
91/100, invece, è la valutazione assegnata sia allo Jaddico 2015 che al Visellio 2016, celebrati rispettivamente con queste parole: “Un blend 70% Negroamaro e 30% Susumaniello, il Tenute Rubino 2015 Brindisi Riserva Jaddico rivela una nota marcata e potente di aromi di frutta nera. C’è tutta la ricchezza del Sud Italia in questo vino, da abbinare a pane tostato con paté di fegatini. Grazie ai 10 mesi di affinamento in barrique, questo vino offre anche piacevoli note speziate e di tabacco. Questo è un autentico vino pugliese con un approccio internazionale.”
“Questo è il vino più potente e corposo di questa campionatura di Tenute Rubino. Primitivo Visellio 2016 è un vino profondamente saturo, potente e succulento. Si spinge in avanti con uno slancio inconfondibile grazie alla sua componente alcolico del 15,5% e alla struttura così intensa del suo frutto nero. Tabacco, spezie da barbecue e mesquite, creano piacevoli note aromatiche in questo vino che ben si sposa con bistecca e patate. Affina in barrique per nove mesi.”
E sempre Monica Larner ha inserito il Torre Testa 2016 nell’articolo pubblicato il 20 marzo (e consultabile da tutti) su The Wine Advocate, dal titolo Il Decameron, 100 vini per la quarantena. La giornalista prende spunto dall’opera di Boccaccio per descrivere il difficile momento che l’Italia – e il mondo intero – sta attraversando in questo momento. Nella sua selezione sono raccolte le etichette dei produttori vinicoli italiani d’eccellenza che nell’ultima votazione di Robert Parker hanno ottenuto il punteggio più alto, da 92 fino a 100 punti. “Questo è il mio Decamerone del vino italiano, un elenco di 100 vini – 10 vini per 10 giorni – che non vuole essere una classifica ma una raccolta di alcune bottiglie che mi hanno emozionato e ispirato negli ultimi anni. E, per passare il tempo, li condividerò sulle mie pagine social mentre contiamo i giorni (Instagram @monicalarner e @wine_advocate – hashtag #robertparker #larnerlist #decameronwines.