Nasce il Palombara, la vera anima del Primitivo di Manduria.
Lunedì 8 novembre, nell’esclusiva cornice di Borgo Egnazia, è stato svelato il Palombara vendemmia 2019, nato nella tenuta agricola di Lizzano, nel cuore della DOC di Manduria.
Il Palombara è frutto di un progetto più ampio, un cammino di valorizzazione e sinergia che, a Tenute Rubino, ha sempre trovato nel dialogo con l’Arte, la cultura e la creatività il suo orizzonte di riferimento.
Alla presentazione del Progetto Palombara è intervenuto l’artista Dino Sambiasi che ha realizzato l’opera da cui è stata tratta l’etichetta del vino.
A seguire, gli ospiti sono stati coinvolti in una cena esperienziale all’insegna della creatività e della raffinatezza: da un’idea di Giuseppe Cupertino, Presidente Fondazione Sommelier Italiana di
Puglia e Wine manager di Borgo Egnazia, sono stati proposti piatti gourmet in abbinamento al Palombara vendemmia 2019, servito a diverse temperature.
Il vigneto da cui nasce e prende il nome Palombara Primitivo di Manduria DOC si trova a Lizzano, nel cuore dell’arco ionico tarantino; qui le uve di Primitivo trovano il loro habitat ideale, grazie alle peculiari condizioni pedoclimatiche che caratterizzano il territorio della DOC Manduria.
Tenuta Palombara è stata dedicata interamente all’allevamento del Primitivo: 24 ettari complessivi, dislocati ad un’altitudine di 68 metri s.l.m., di cui 22 sono quelli vitati.
A queste latitudini, il clima temperato, tipicamente Mediterraneo, con lunghe estati calde e inverni miti e soleggiati, consente alla “viticoltura del Primitivo” di esprimersi al meglio, donando finezza ed eleganza al prodotto finale.
Il Palombara Primitivo di Manduria DOC è un vino di nicchia che, nella sua prima annata (2019), viene prodotto in un numero limitato di bottiglie; un vino innovativo, vissuto e raccontato attraverso il linguaggio dell’arte e la sua potenza immaginifica e culturale, valorizzata ancor di più da Dino Sambiasi, artista brindisino, che ha realizzato l’opera da cui è stata tratta l’etichetta del vino “Flower People”.